Reflusso acido
La malattia di reflusso gastroesofageo consiste nel riflusso di succhi gastrici lungo l’esofago. Alle nostre latitudini, tra il 10% e il 30% degli adulti soffrono almeno una volta a settimana di questo disturbo.Spesso questa condizione è associata alla presenza di un’ernia iatale, cioè la protrusione della sommità dello stomaco all’interno della cavità toracica.
I liquidi acidi irritano la mucosa dell’esofago e creano la sintomatologia classica della malattia, che si compone di sintomi esofagei tipici e atipici. I sintomi tipici sono pirosi (sensazione di bruciore retrosternale) e rigurgito (risalita non forzata del contenuto gastrico). I dolori atipici si compongono di disfagia (sensazione di difficoltà nella deglutizione), odinofagia (dolore legato alla deglutizione) e dolore toracico, che può indurre talvolta a sospettare un infarto del miocardio. |
A questi possono aggiungersi dei sintomi detti extra esofagei, ossia sintomi oro-faringei (tosse cronica, scialorrea, raucedine), laringei (laringite cronica, disfonia, ulcere e granulomi delle corde vocali) e bronco-polmonari (asma cronico soprattutto notturno, polmonite) dovuti all’irritazione da parte dei succhi acidi dell’estremità superiore dell’esofago.
Classicamente la terapia della malattia da reflusso si articola in tre tappe.
Per prima cosa si consiglia una modificazione della dieta e dello stile di vita. I pasti dovrebbero essere piccoli e frequenti. Si dovrebbero escludere cibi irritanti: bevande gasate, caffè (anche decaffeinato), alcolici, cibi grassi, cioccolata, menta (alimenti reflussogeni perché aprono lo sfintere esofageo). I succhi acidi come arancia e pomodoro irritano la mucosa esofagea. Inoltre bisogna evitare di coricarsi nelle 2-3 prime ore subito dopo il pasto e con lo schienale del letto in posizione rialzata. È raccomandata anche la cessazione del fumo.
Se le misure dietetiche e d’igiene di vita non bastano, il trattamento farmacologico può risolvere il problema. Questo si basa sull'assunzione (per periodi prolungati) di farmaci appartenenti alle classi degli inibitori della pompa protonica (IPP), che inibiscono la produzione acida nello stomaco, degli anti-H2, degli antiacidi e dei procinetici. Un'attenzione particolare deve essere data al fatto che sempre più studi riportano effetti collaterali anche gravi con l'uso di IPP a lungo termine.
Quando si opera
Le ragioni per procedere con un intervento chirurgico sono molteplici. Le misure dietetiche non sempre possono risolvere il problema o sono difficilmente applicabili. Il trattamento farmacologico può essere pesante da seguire o i sintomi possono ripresentarsi rapidamente dopo l’interruzione di quest’ultimo. Può essere proposto anche a pazienti giovani che non vogliano sottoporsi ad una terapia medica continuativa .Analogamente, i pazienti con sintomatologia extradigestiva come tosse o asma cronica o episodi di broncopneumonia ricorrenti, sono candidati ad un trattamento chirurgico del problema.
Prima di procedere ad un trattamento chirurgico bisogna effettuare una completa valutazione anatomica e fisiopatologica di stomaco e esofago. Questa comprende gastroscopia, ph-metria esofagea accompagnata in alcuni casi da impedenzometria o manometria stazionaria dell’esofago).
Classicamente la terapia della malattia da reflusso si articola in tre tappe.
Per prima cosa si consiglia una modificazione della dieta e dello stile di vita. I pasti dovrebbero essere piccoli e frequenti. Si dovrebbero escludere cibi irritanti: bevande gasate, caffè (anche decaffeinato), alcolici, cibi grassi, cioccolata, menta (alimenti reflussogeni perché aprono lo sfintere esofageo). I succhi acidi come arancia e pomodoro irritano la mucosa esofagea. Inoltre bisogna evitare di coricarsi nelle 2-3 prime ore subito dopo il pasto e con lo schienale del letto in posizione rialzata. È raccomandata anche la cessazione del fumo.
Se le misure dietetiche e d’igiene di vita non bastano, il trattamento farmacologico può risolvere il problema. Questo si basa sull'assunzione (per periodi prolungati) di farmaci appartenenti alle classi degli inibitori della pompa protonica (IPP), che inibiscono la produzione acida nello stomaco, degli anti-H2, degli antiacidi e dei procinetici. Un'attenzione particolare deve essere data al fatto che sempre più studi riportano effetti collaterali anche gravi con l'uso di IPP a lungo termine.
Quando si opera
Le ragioni per procedere con un intervento chirurgico sono molteplici. Le misure dietetiche non sempre possono risolvere il problema o sono difficilmente applicabili. Il trattamento farmacologico può essere pesante da seguire o i sintomi possono ripresentarsi rapidamente dopo l’interruzione di quest’ultimo. Può essere proposto anche a pazienti giovani che non vogliano sottoporsi ad una terapia medica continuativa .Analogamente, i pazienti con sintomatologia extradigestiva come tosse o asma cronica o episodi di broncopneumonia ricorrenti, sono candidati ad un trattamento chirurgico del problema.
Prima di procedere ad un trattamento chirurgico bisogna effettuare una completa valutazione anatomica e fisiopatologica di stomaco e esofago. Questa comprende gastroscopia, ph-metria esofagea accompagnata in alcuni casi da impedenzometria o manometria stazionaria dell’esofago).
L'intervento, come funziona ?
L’intervento proposto consiste in una plicatura del fondo dello stomaco (fundoplicatio) per ricostituore la valvola anti-acido e nella chiusura dei pilastri del diaframma (cruroplastica) per correggere l'ernia iatale. Il gold standard oggigiorno consiste nell’approccio mini invasivo. Quattro incisioni millimetriche permettono di compiere questo intervento in modo rapido e sicuro. |
La degenza è molto rapida. In due o tre giorni il paziente può tornare a casa e ritornare alle sue attività quotidiane entro due settimane.
Immediatamente dopo l’intervento, il paziente può sperimentare una certa difficoltà ad alimentarsi correttamente a causa dell’edema dovuto all’operazione stessa. Per questo consigliamo un’alimentazione liquida/mixata per qualche giorno, per facilitare la ripresa. In seguito nessun accorgimento particolare sarà necessario.
Non esitate a prendere appuntamento con il vostro chirurgo se pensate di soffrire di reflusso gastroesofageo o volete discutere delle possibilità di un intervento chirurgico.
Immediatamente dopo l’intervento, il paziente può sperimentare una certa difficoltà ad alimentarsi correttamente a causa dell’edema dovuto all’operazione stessa. Per questo consigliamo un’alimentazione liquida/mixata per qualche giorno, per facilitare la ripresa. In seguito nessun accorgimento particolare sarà necessario.
Non esitate a prendere appuntamento con il vostro chirurgo se pensate di soffrire di reflusso gastroesofageo o volete discutere delle possibilità di un intervento chirurgico.
Ultimo aggiornamento il 24.06.2017